Critica alla mostra “Percorsi dell’anima” di Antonio De Waure
Maria Petito appartiene alla generazione delle pittrici italiane che oggi hanno superato i trent’anni. Una generazione di singolarissime ragioni d’arte, per la particolare situazione di crisi storica in cui s’è trovata, davvero non felicemente inserita. Da un lato, l’esaurirsi di molte forme espressive rinnovatrici, e dall’altro, il ritorno sia pur fievole al classicismo nostalgico. Lo sforzo dei giovani per far intendere le loro ragioni diventa difficile, perché una dialettica di agevole esercizio sembra frenare l’impeto, dichiarando vani i nuovi moduli ed inadatti alle problematiche sociali esistenti.
Quindi, il ritorno ai volumi, nuova fantasia geometrica, la costruzione perfetta dei colori e il valore soggettivo hanno portato alla ribalta l’artista Petito.
Un discorso sul colore è inevitabile a proposito di questa pittrice, per la quale il colore assume il significato di una poetica e attiva urgenza espressiva di fondamentale valore, e quasi di una bandiera di parte.
Gialli , aranci e rossi che vibrano e cantano, anzi son come sprigionati dalla forza prorompente del cambiamento, ultimo baluardo della salvezza umana.
Oggi, dopo un tempo così vivo di prove, si può dire che, nella pittura della Petito, la preoccupazione dei nuovi artisti di offrire una pittura poetica ha preso la forma più interiore e sincera.
Il suo percorso artistico ci porta inevitabilmente a visitare con le sue opere l’essenza spirituale personale, viaggiando nel tempo e nello spazio dei ricordi piacevoli ma anche irrealizzati. Il suo viaggio è il nostro. I suoi valori sinceri, rappresentati in maniera molto libera, rappresentano quello che noi tutti vorremmo o che agogniamo di avere. La sua esperienza pittorica, nata per caso ma coltivata per lungo tempo, ci porta a conoscere un lato molto importante della sua vita, i veri valori ormai del tutto scomparsi in questo mondo.
Pittura-poesia, invito alla libertà del colore, ritmo musicale ed esperienze di vita, rendono l’artista una ragione di espressione importante per la nostra città.
Ecco perché l’artista Petito ha voluto intitolare questa sua mostra personale “percorsi dell’anima”.
Pertanto invito tutti coloro che visiteranno la sua personale, ad osservare le sue opere con un occhio attento e diverso, a cercare di capire le vere ragioni del suo animo e a non soffermarsi tra le righe campite. Invito ad entrare nel colore e vederci una ragione, lo sforzo e i suoi valori , la sua libertà, il suo essere cristallino e la grande umanità.
La sua pittura, eseguita nella sua più grande semplicità ci insegna che tutto potrebbe essere visto in maniera diversa, più pulita e umana.